Il radicchio di Treviso è un ortaggio appartenente alla famiglia delle cicorie. Giunto a maturazione, ha foglie rosse con nervatura centrale bianca e parti laterali rivolte verso il centro. Il fittone può arrivare a 20 cm di lunghezza, una volta concluso l'imbianchimento.
Il terreno ideale è a medio impasto, a elevato contenuto di azoto, non argilloso e drenante per evitare marcescenza, ma il radicchio di Treviso cresce anche con modeste quantità di acqua. Da evitare suoli con presenza di ghiaia, in quanto potrebbe ostacolare lo sviluppo delle radici.
L'ortaggio può essere coltivato in campo aperto o in semenzaio con successivo trapianto fino a 1100-1200 metri di altitudine, fra aprile e luglio. La distanza fra una piantina e l'altra deve essere di 30-35 centimetri, con disposizione a quinconce. Quanto ai concimi, i migliori sono letame equino e compost.
La piantumazione per seme può essere fatta in serra con successivo trapianto in campo aperto o nell'orto, oppure direttamente sul terreno. La disposizione delle piantine seguirà un andamento a quinconce, con distanza di 30-35 centimetri l'una dall'altra. Dal momento che il radicchio di Treviso si sviluppa più in altezza, è possibile ridurre leggermente il valore indicato.
La piantumazione per pianta, invece, viene eseguita a radice nuda quando l'altezza arriva almeno a 6 centimetri. Una prima toelettatura delle foglie più esterne e un taglio parziale del fittone vanno valutati caso per caso.
Analogamente a tutte le cicorie, il terreno va idratato costantemente, evitando la formazione di ristagni. Tuttavia, questo tipo di ortaggio sopravvive anche con un moderato apporto di acqua, offrendo risultati soddisfacenti.
Molto utile il taglio delle foglie che toccano il suolo, in modo da non far marcire la pianta e non comprometterne la salute. Non è indispensabile eliminarle del tutto: basta recidere le parti intaccate.
Pur resistendo abbastanza bene al freddo, il radicchio trevigiano non sopporta le temperature inferiori a -5°C. I valori ideali per la germinazione si attestano nel range 6-12°C, ragion per cui l'inizio della coltivazione coincide con l'inizio della primavera.
La raccolta avviene a settembre per le varietà precoci, con rimozione delle foglie marce e taglio delle radici. Non devono apparire tracce verdi sulla nervatura centrale; in caso contrario, vuol dire che l'ortaggio non ha completato la maturazione. L'imbianchimento (o forzatura) in vasche d'acqua è riservato ai cespi tardivi.
Fra le insidie che colpiscono i radicchi e le cicorie in genere va ricordato l'oidio, un fungo in grado di provocare scolorimento e marciume nelle foglie, trattabile con supplementazioni di zolfo.
Anche Sclerotinia Sclerotiorum e Pectobacterium Carotovorum (nome adottato di recente per Erwinia Carotovora) causano infezioni micotiche, con necrosi al colletto e alle radici. In questo caso, la prevenzione dei ristagni di acqua è l'unica via per evitarne l'insorgenza.
Quanto alle nottue, un rimedio efficace è il Bacillus Thuringiensis, mentre per le lumache vanno benissimo delle esche intrise di birra.
Dal gusto leggermente amarognolo ma meno pungente rispetto ad altre varietà, l'ortaggio è indicato per la preparazione dei risotti. Si presta anche ad accompagnare contorni a base di carni rosse, previa cottura in padella o al forno, e all'esecuzione di ricette dolci, come la torta di radicchio.
Questo tipo di verdura è idoneo alla conservazione in frigorifero, meglio se contenuto in buste di carta per alimenti, nel ripiano più basso. In tal modo riesce a mantenersi integro per almeno 4-5 giorni.