Il radicchio di Castelfranco precoce è un'altra varietà autoctona della regione Veneto ed è caratterizzato da foglie esterne di un variegato color viola che diventano tinta crema man mano che ci avviciniamo al cuore del cespo: il sapore è dolce, dovuto alla raccolta anticipata dopo 80 giorni dal trapianto.
Il radicchio di Castelfranco precoce ama un terreno sabbioso, soffice, fresco e ben drenato: prima della semina occorre vangare e dissodare il terriccio in profondità in modo che rinnovi le sostanze nutritive naturali e accolga al meglio la pianta. Gradisce un'esposizione soleggiata e un compost organico di letame maturo e sali minerali come il potassio, una sostanza davvero prodigiosa per le varietà precoci perché valorizza le peculiarità dell'ortaggio.
Si trapianta dopo 50-60 giorni dalla semina che avviene tra luglio, agosto e settembre.
Il radicchio in genere si mette a dimora direttamente in campo aperto perché è una varietà ortofrutticola che resiste molto bene al freddo e alle gelate notturne.
Qualora si voglia isolare la piantina e interrarla successivamente in vaso o nel proprio orto domestico, si utilizza la tecnica del semenzaio: si piantano i semi verso il mese di agosto e si mettono a dimora i germogli dopo 50-60 giorni. È importante mantenere una distanza standard di 50-60 cm per pianta sulla fila e di 60 cm sulle file parallele del campo, per consentire il corretto sviluppo della testa.
Il radicchio precoce di Castelfranco è una verdura autoctona della regione Veneto e si caratterizza per un raccolto anticipato, solo 80 giorni dopo il trapianto. Si ottengono così dei cespi dalle foglie molto dolci e tenere, dal colore violaceo che si schiarisce verso il cuore, fino a raggiungere la tinta color crema.
Non necessita di particolari cure, solamente di un terreno sabbioso che deve venire regolarmente drenato e asciugato tramite sarchiatura.
Il pericolo del ristagno e del marciume è in agguato, soprattutto per un ortaggio che cresce e si sviluppa prevalentemente sottoterra. Per evitare malattie fungine e muffe si può provvedere a una tecnica rudimentale ma molto efficace, quella dalla pacciamatura; si copre il suolo adibito a orto con un sottile strato di paglia o di juta che protegga dalle piogge incessanti, dalle colonie di insetti e parassiti, dai raggi UV ultravioletti che possono bruciare la pianta.
Inoltre, la pacciamatura permette al terreno di rilasciare lentamente l'umidità e di non traspirare eccessivamente: così, si può irrigare di meno.
Le malattie del radicchio sono la peronospora, la tracheomicosi (una patologia fungina), il marciume del colletto e altre virosi piuttosto difficili da debellare.
Inoltre, le minacce più frequenti, soprattutto per una pianta che nasce e si sviluppa sottoterra, sono larve, lombrichi, pidocchi, afidi, processionarie, lumache e cimici.
Per evitare questi inconvenienti botanici, è opportuno provvedere di frequente a sarchiare il terriccio per controllare la presenza di malerbe ed erbacce, drenare il suolo e arricchirlo con sostanze minerali e nutritive.
Inoltre, bisogna usare solo strumenti disinfettati e igienizzati.
Il radicchio di Castelfranco precoce è una varietà tipica veneta e si distingue per un raccolto anticipato a soli 80 giorni dal trapianto: quindi, si raccoglie verso novembre inoltrato.
Ha un gusto dolce e delicato, differente dal classico radicchio che comunemente è più amarognolo. È ottimo consumato crudo nelle insalate e nei piatti vegetariani, ma viene usato anche nel risotto e nelle torte di pasticceria, grazie al suo sentore così zuccherino. Dopo il raccolto è necessario conservarlo in frigorifero e dura per circa 15 giorni, poi perde la sua tipica tenerezza.