Il prezzemolo riccio, probabilmente originario del Maghreb, è un'erba aromatica appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae. È verde brillante, ha foglie dai contorni molto più increspati rispetto alla variante comune e un fusto alto tra i 40 cm e 1 m, con racemi da 10-15 fiori ciascuno.
Luce non troppo intensa, regolari nebulizzazioni, assenza di gelo e di ristagni d'acqua sono le condizioni per una crescita ottimale. Vasi e aiuole sono l'ideale per l'uso casalingo, mentre la coltivazione in pieno campo è riservata alle grandi produzioni.
Il terreno, ben lavorato, sarà composto da uno strato superficiale di terriccio e sabbia (50% e 20%), con supplementazioni di concime organico fino al 30%; della ghiaia nella parte sottostante favorirà un opportuno drenaggio. I mesi fra marzo e ottobre sono i migliori per gestire semina, trapianto e raccolta.
La piantumazione può essere fatta per seme o per pianta. La prima va eseguita dalla metà di marzo in poi o, comunque, quando le temperature di regime raggiungono almeno i 10-12°C, per evitare le pre-fioriture. Per favorire la germinazione, è permesso l'impiego di tessuto-non tessuto in superficie.
La piantumazione per pianta, invece, è compatibile, ma non consigliabile. È preferibile effettuare questa operazione dopo 5-6 settimane dalla semina. Meglio optare per un diradamento, in modo da garantire almeno 10 cm di spazio fra le piantine.
L'apporto di acqua deve essere frequente e costante, in modo che rimanga umido. La luce troppo diretta e intensa danneggia il fogliame, pertanto è opportuno riparare le piantine con tende o teli.
In pieno campo, le piantine seminate fra aprile e giugno vanno rincalzate durante i primi mesi autunnali; quelle tardive sono più resistenti, pertanto l'operazione è consigliata in previsione di un inverno rigido.
Dal momento che il prezzemolo riccio non ha la tendenza ad attingere molti nutrienti dal terreno, si consiglia di non esagerare con i concimi, anche se naturali. In caso contrario, tenderà a una iper-produzione e perderà il suo caratteristico profumo.
Per una corretta raccolta, estirpare le infiorescenze e staccare le foglie dalle cime esterne, lasciando intatta la "rosetta" centrale. Per arginare l'attecchimento di piante infestanti e assicurare un'adeguata protezione dal freddo, effettuare una pacciamatura con uno strato di tessuto traspirante.
Questa pianta è soggetta a infestazioni micotiche, in particolare da parte di Septoria e Cercospora, in grado di sopravvivere nel terreno durante il periodo invernale. Non appena si verifica un rialzo delle temperature intorno ai 20-25°C, si riattivano, conferendo un aspetto giallastro, se non bruciato, al fogliame.
Non mancano altre insidie come gli insetti: afidi e larve di maggiolino sono i più comuni. I primi colpiscono le foglie, nelle quali appaiono macchie nere puntiformi; le seconde, invece, ricavano nutrimento dalle radici.
La varietà vanta proprietà digestive e diuretiche. È molto apprezzata nella cucina francese e gourmet per il suo aspetto alquanto singolare, tanto da trovare frequente impiego nella decorazione delle pietanze.
Il suo aroma delicato riesce a dare un tocco di raffinatezza ai primi piatti, soprattutto risotti e pastasciutte. Non di rado si utilizza nelle salse d'accompagnamento per secondi di carne o di pesce e, ovviamente, negli antipasti.
È idoneo alla conservazione in foglie intere o tritate, all'interno di sacchetti e contenitori sottovuoto di piccole dimensioni, da riporre nel congelatore. Dà il meglio di sé comunque, consumato fresco.