Nato da incroci di provenienza asiatica, il pomodoro datterino è una varietà i cui frutti sono caratterizzati dalla forma piccola e allungata. La buccia dei frutti, di colore rosso vivo, è piuttosto spessa, mentre la polpa è consistente e poco acquosa.
Il terreno ideale per la coltivazione di questa varietà di pomodoro è fresco, ricco di sostanza organica, ben drenato, situato in posizione soleggiata ma protetto dai venti.
È molto importante lavorare il terreno in profondità, per assicurare alle piantine il giusto grado di umidità in caso di clima particolarmente secco; allo scopo di evitare dannosi ristagni idrici, si può aggiungere al terriccio una parte di sabbia o argilla.
Inoltre, è bene arricchire il substrato con concime di natura organica e assicurare alle piantine un’abbondante quantità di terriccio di buona qualità nel quale radicare.
La semina del pomodoro datterino deve avvenire in un periodo dell’anno nel quale il clima non sia troppo rigido, quindi è preferibile iniziare a seminare in primavera, a meno che non si scelga di farlo in semenzaio: in questa ipotesi, si può iniziare a seminare anche a febbraio, avendo cura di tenere la coltura al riparo dalla luce diretta del sole e dal freddo.
Un sistema piuttosto utilizzato per la coltivazione di questa varietà di pomodoro è quello della moltiplicazione per talea, facendo radicare in acqua i germogli e, successivamente alla formazione delle radici, mettendoli a dimora nel terreno.
Non appena hanno sviluppato le radici, le piantine possono essere messe a dimora nel terreno.
Prima del trapianto, si consiglia di addizionare il terreno con sostanza organica (come il letame di cavallo) allo scopo di potenziarne la fertilità.
Già da marzo-aprile è possibile procedere all’impianto, accompagnandolo con una pacciamatura di paglia, protettiva del substrato; in alternativa, possono essere utilizzati teli di poliestere scuro che mantengano costante la temperatura e l’umidità del terreno.
Le piantine così trapiantate vanno irrigate due-tre volte a settimana; alla comparsa dei primi frutti, per favorirne la maturazione, bisognerà aumentare la frequenza delle annaffiature, procedendo a irrigare le piante a giorni alterni.
Se necessario, si possono installare dei sostegni per aiutare le piantine nello sviluppo o anche effettuare una moderata potatura dei getti ascellari.
La raccolta può iniziare, in via orientativa, a 60 giorni dal trapianto o, comunque, quando il frutto abbia assunto un colore rosso vivo.
Anche se piuttosto resistente alle malattie, questa varietà di pomodoro è soggetta a contrarre la tracheomicosi e la batteriosi, patologie che compromettono gravemente la qualità dei frutti.
Molto frequenti le malattie crittogame, come la peronospora, causata da un fungo (Phytophthora infestans): per prevenirne l’attacco alle piantine, bisogna assolutamente evitare il formarsi di ristagni idrici nel terreno.
Più rara, ma molto dannosa per il corretto sviluppo dei frutti, la muffa grigia, così come l’insorgere di malattie batteriche o virali, che possono condurre alla necessità di estirpare tutte le piante infette.
Succoso e profumato, il pomodoro datterino ha un gusto dolce-acido molto bilanciato, particolarmente gradevole e più zuccherino rispetto ad altre varietà di pomodoro.
La sua polpa è morbida e consistente e tiene bene la cottura, ideale sia nelle preparazioni calde e nelle conserve, sia nelle insalate e nei primi piatti di pasta fredda.
Prima dell’utilizzo va conservato in frigo e può anche essere congelato in sacchetti di plastica ben chiusi.
Salutare e digeribile, è adatto alle diete perché apporta poche calorie ed è ricco di nutrienti e antiossidanti naturali.