Il pomodoro costoluto prende il nome dalla sua forma. Si caratterizza per un aspetto appiattito e globoso con forti costolature e può raggiungere i 170 grammi di peso. Gli ortaggi possono essere raccolti maturi o immaturi a seconda del loro uso.
Non avendo grandi necessità per quanto riguarda le caratteristiche del terreno, il pomodoro costoluto può essere coltivato in suoli di vario genere. Tuttavia le piante prosperano meglio se la coltivazione avviene in un terreno soffice al tatto, fertile, morbido, drenante (così da evitare i ristagni idrici), neutri, a medio impasto e irrigui. Come tutte le varietà di pomodoro, preferisce i climi caldi del Sud Italia perché la crescita degli esemplari si arresta se le temperature scendono sotto i 5°C. Nel Nord Italia si consiglia di piantarli in serra.
Proprio per il fatto che risente delle basse temperature, il pomodoro costoluto è seminato in campo aperto soltanto nel Sud Italia. Negli altri casi è preferibile far sviluppare i semi in una serra oppure in un semenzaio per poi trapiantare le piantine. Il trapianto deve essere effettuato da aprile a giugno interrando l'intera zolletta. Si procede nel tardo pomeriggio o alla mattina presto (le ore più fresche) irrigando il terreno sia prima sia dopo l'operazione. In questo modo si rende più facile l'attecchimento della piantina. Tra un esemplare e l'altro va lasciata una distanza di 35-45 cm.
Sia quando si effettua la semina in pieno campo sia quando si trapiantano le piantine germinate, è necessario lasciare ai pomodori costoluti lo spazio e i nutritivi per crescere. Di conseguenza è fondamentale sistemare dei tutori di sostegno ed eliminare le erbe infestanti, magari stendendo sul terreno uno strato di paglia come pacciamatura. Questi accorgimenti servono per supportare adeguatamente la crescita vigorosa del pomodoro costoluto. Inoltre si riduce il rischio che possano insorgere muffe e patologie funginee. Gli esemplari vanno coltivati in pieno sole per assicurare una buona resa e una buona consistenza della polpa rossa e profumata. Altre pratiche utili per anticipare la maturazione degli ortaggi e per controllare meglio la crescita vigorosa del pomodoro sono la sfemminellatura (oppure scacchiatura) e la cimatura. Nel primo caso si tagliano i germogli ascellari una volta che hanno una lunghezza superiore a 3 cm. Nel secondo si eliminano gli apici che spuntano dopo il quinto palco fiorale.
Tra i parassiti che possono colpire più di frequente le piante di pomodoro costoluto si ricordano le tute, gli afidi, i moscerini bianchi, i ragnetti rossi e le nottue gialle. I più pericolosi sono gli afidi e le nottue gialle. Infatti i primi favoriscono la trasmissione di malattie passando da un esemplare all'altro per succhiarne la linfa. Invece le nottue gialle si riproducono due volte all'anno, quindi le larve possono infestare le piante sia in primavera (quando si nutrono delle foglie e dei fiori) sia in estate (quando colpiscono gli ortaggi). Infine il pomodoro è sensibile alle malattie funginee.
Il pomodoro costoluto può avere due usi: serve sia per le insalate sia per la preparazione di conserve, salse e ragù. In base alla destinazione cambia il momento della raccolta. Gli ortaggi da insalata sono colti immaturi, mentre quelli da conserva una volta che hanno un colore rosso vivo. In genere dopo 60-80 giorni dal trapianto si può iniziare la raccolta. Si consiglia una coltivazione mista con rape, cicoria, spinaci, fagiolini e cavoli. È importante evitare di coltivare il pomodoro costoluto per 3-4 anni consecutivi nello stesso appezzamento per contrastare le infestazioni di parassiti.