Il peperoncino Condor si è diffuso molto nella cucina italiana e internazionale. Si distingue per un inconfondibile colore viola scuro che può però variare nelle diverse fasi di sviluppo e diventa rosso quando è maturo. Il sapore medio-piccante lo rende perfetto per l’uso gastronomico.
Per una crescita costante e rigogliosa il Condor’s Beak richiede un terreno sottile e simile a sabbia, che permetta alle sue radici di svilupparsi correttamente. La leggerezza del suolo è preferibile anche per le sue buone capacità drenanti, che evitano la formazione di ristagni e il marciume radicale.
In abbinamento alla scelta di un buon terreno non è necessaria una concimazione abbondante. Si può comunque arricchire il suolo con dei fertilizzanti per piante di peperoncino, ricchi di sali minerali.
Data la sua origine sudamericana, questa varietà di peperoncino necessita di una costante esposizione al sole, in ambienti possibilmente caldi. I piccoli germogli vanno dunque trapiantati in una zona luminosa.
Se vogliamo iniziare la coltivazione del Condor dando vita ai primi germogli, possiamo procedere alla semina tra marzo e aprile. Anche febbraio può andare bene, ma solo in zone dal clima caldo. I germogli si sviluppano a temperature di circa 20°C, senza troppi sbalzi termici. Si consiglia di far germogliare i semi all’interno di un contenitore trasparente, posizionati sopra un po’ di carta assorbente. Le condizioni create all’interno del contenitore permettono ai germogli di svilupparsi dopo una decina di giorni circa.
A questo punto si può procedere con il trapianto dentro dei vasetti e poi in terrapiena, in una zona costantemente colpita dal sole.
Il Condor si può coltivare sia in vaso che in orto, tenendo conto più o meno delle stesse necessità. Come molte altre varietà, anche questo peperoncino non necessita di cure particolari, se non di un buon terreno leggero e una costante esposizione al sole, come avviene nell’habitat originario. Oltre a una temperatura elevata e costante, le piante di peperoncino richiedono un livello di irrigazione proporzionale al grado di piccantezza che si vuole ottenere. Un’irrigazione abbondante porta a frutti dal sapore più delicato, mentre un apporto più moderato d’acqua ne aumenta la piccantezza, soprattutto se si smette di bagnare il suolo almeno tre giorni prima della raccolta. In linea generale si irriga il terreno solo quando esso si presenta ben asciutto.
Per nutrire il terreno, il fertilizzante può essere aggiunto durante lo sviluppo delle piantine oppure quando i frutti stanno maturando. La raccolta avviene dopo circa 35-40 giorni dal trapianto.
Il peperoncino della varietà Condor può andare incontro a varie problematiche nel corso del suo sviluppo, solitamente non fatali, ma capaci di compromettere la crescita della pianta. La gran parte delle malattie che interessano questa varietà è causata dagli insetti, attratti dall’aroma della pianta, tra cui spiccano soprattutto gli afidi e la cocciniglia, che è bene combattere con prodotti repellenti o antiparassitari, possibilmente biologici.
Anche un fungo chiamato oidio rischia di mettere in pericolo lo sviluppo del peperoncino, spesso causato da un eccesso di umidità nel suolo. In questo caso la prevenzione tramite un’irrigazione più attenta è fondamentale.
Tra le principali caratteristiche di questa pianta c’è senza dubbio la variazione cromatica dei suoi frutti, nei diversi processi di maturazione. Se durante le fasi iniziali dello sviluppo il peperoncino Condor si presenta giallo, tendente all’arancione, in seguito la sua superficie si tinge di viola scuro. Solo a maturazione compiuta il frutto diventa rosso come molti altre varietà di peperoncino.
Definita anche Condor’s Beak, per via della forma simile al becco di un uccello rapace, questa specie ha un livello di piccantezza medio-basso, tra 30.000-50.000 sulla scala di Scoville e presenta quindi un sapore abbastanza delicato.