Il Myrtus Communis, in alcune zone chiamato Mortella, è un’aromatica spontanea della famiglia delle Myrtaceae tipica della macchia mediterranea fino ai 600m s.l.m. alcuni esemplari sono plurisecolari. Ha un comportamento arbustivo e cespuglioso con fitte ramificazioni, raggiunge i 50 cm di altezza alcune piante longeve anche i 4 metri. Gli esemplari giovani hanno la corteccia rossastra che diventa grigia con il tempo. . Le foglie verdi scuro sono a forma lanceolata e acuminata, opposte con la lamina fogliare lucida e coriacee. Lunghe al massimo 5cm e con un piccolo picciolo La lamina superiore ha ghiandole puntiformi traslucide ricche di olio essenziale. I fiori, anch’essi profumati, nascono all’ascella delle foglie ad inizio estate. Sono formati da 5 petali bianchi e circa 50 stami dai filamenti lunghi. I frutti sono piccole bacche scure blu-violacee a forma ellissoidale ma esiste anche una varietà che produce bacche bianche. Alla sommità è presente il residuo indurito del calice del fiore che forma una coroncina. I semi si trovano all’interno delle bacche che maturano in autunno.
Un terreno neutro o leggermente acido è il migliore per una buona coltivazione al contrario uno calcareo non è adatto, con una buona ritenzione idrica ma che non crei ristagni. Preparare il suolo con una lavorazione a almeno mezzo metro di profondità con una buona concimazione di fondo con letame maturo, humus o compost per ottenere una crescita vegetativa produttiva. Se si coltivano più piante separarle almeno un metro una dall’altra e tre metri tra le file. Per creare una siepe tenere solo 30-40cm di distanza È una pianta tipica delle zone costiere e quindi teme il freddo prolungato ed intenso come quello del nord Italia. Resiste molto bene al caldo e ad un terreno arido. Predilige una posizione soleggiata e ventilata ma non esposta a veti forti. La sua coltivazione è utile per attirare insetti impollinatori in modo da aiutare le altre piante o ortaggi. L’epoca migliore per il trapianto è la primavera o al massimo il mese di settembre, lontano dal troppo caldo ed il freddo.
Il Mirto di moltiplica per seme o per talea, oppure direttamente per pianta. Preparare il terreno del campo con filari. I semi hanno un basso potere germinativo e la crescita è molto lenta ma è comunque possibile. A fine inverno o inizio primavera in semenzaio o in vaso con terriccio sub acido depositare più semi per spazio e ricoprire con un leggero strato. Quando i germogli sono cresciuti e sono robusti si procede alla messa dimora in vasi più grandi o a dimora definitiva in autunno dell’anno successivo. Il vaso deve essere di dimensioni grandi per non ostacolarne la crescita e con materiale drenante posto sul fondo per evitare ristagni idrici. La moltiplicazione per talea si attua in primavera. Recidere un ramo giovane della lunghezza di 20cm, eliminare le foglie alla base. Interrare la talea in un terriccio subacido misto a sabbia. Mantenere il substrato umido ed in primavera provvedere alla messa a dimora.
Grazie alla sua ricca fioritura e fruttificazione è utilizzata come pianta ornamentale anche per il suo aroma molto piacevole. La coltivazione può avvenire in giardino a scopo decorativo o per siepi oppure in vaso. In presenza di un inverno rigido è consigliata la coltivazione in vaso in modo da proteggere dal freddo la pianta con un copertura in agritessuto, una pacciamatura e se possibile spostare il vaso in un luogo protetto dal freddo. La potatura serve per ottenere un aspetto estetico gradevole durante tutto l’anno e deve essere effettuata in modo esiguo in quanto produce solo sui rami dell’anno. La maturazione del frutto avviene quasi alla fine dell’autunno e si prolunga fino a gennaio, la raccolta si compie quando le bacche formano delle grinze. Effettuare le annaffiature solo quando il suolo è asciutto, solo le piante giovani esigono un maggior numero di irrigazioni perché l’apparato radicale non è ancora sviluppato.
È resistente alle malattie e parassiti ma a volte afidi e cocciniglie che la attacchino. Controllare periodicamente i rami e le foglie sopratutto la pagina inferiore per evitarne la propagazione. Eliminare le parti infestate e bruciarle. Malattie fungine come lo oidio e fumaggine derivano da una cattiva ritenzione idrica del terreno o a troppe annaffiature. Ricordarsi che questa pianta resiste bene alla siccità quindi bagnare il terreno solo quando è completamente asciutto. Utilizzare fungicidi sistemici per frenare l’indebolimento della pianta.
Al tempo dei romani le sue bacche venivano essiccate e utilizzate come il pepe prima che arrivasse, per il loro sapore forte e leggermente balsamico. Possiede proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, disinfettanti. In cosmesi si utilizzano i fiori per la produzione di Acqua degli Angeli, essenza antica usata per per tonificare la pelle. Con le foglie si preparano infusi dalle proprietà digestive e balsamiche o per insaporire piatti di carne o di pesce. Le bacche vengono utilizzate nella preparazione di confetture, come spezia se essiccate e per la produzione del liquore tipico sardo. Se si possiede una pianta di Mirto consiglio di consumare le bacche in purezza come spuntino oppure per arricchire macedonie oppure arrosti di carne.