Le formiche sono uno degli insetti più diffusi nei nostri giardini. Normalmente le avvistiamo o ci rendiamo conto della loro presenza solamente quando sono in movimento oppure quando creano formicai smuovendo il terreno.
Bisogna dire che in generale non comportano quasi mai un danno diretto perché non si cibano delle piante e diventano veramente attive solo in presenza di legno morto in via di marcescenza.
È altrettanto vero però che la loro azione ha un impatto indiretto importante su diversi fronti.
Innanzitutto vivono in simbiosi con gli afidi praticando un vero e proprio allevamento (di cui parleremo in seguito); in più diventano una presenza ingombrante al momento della maturazione. I frutti molto zuccherini ne attirano in grande quantità. Per esempio è comunissimo vederle sui fichi, proprio nel momento della raccolta. Spesso poi troviamo degli esemplari anche all’interno rendendo ne il consumo impossibile.La trofobionosi è una particolare simbiosi in cui un organismo riceve protezione a predatori o da parassiti dando in cambio del cibo. È proprio ciò che avviene tra afidi e formiche.
In generale le formiche offrono innanzitutto un rifugio invernale alle uova di afidi e si occupano poi di spostarle gli esemplari giovani e poco mobili direttamente in corrispondenza degli apici delle piante, i più teneri e ricchi di sostanze zuccherine. Gli afidi cominceranno a nutrirsi di linfa e allo stesso tempo ad espellere una sostanza detta “melata” molto appetita dalle formiche. Queste ultime si occuperanno anche di allontanare i predatori come per esempio le coccinelle.
Il danno per la pianta è molteplice. Innanzitutto la crescita viene ridotta sensibilmente. Poi vi è l’impatto della melata residua che forma uno spesso strato sulle foglie che impedisce la fotosintesi e diventa terreno ideale per l’instaurarsi di crittogame. Infine non dimentichiamo che gli afidi sono un importante vettore di malattie incurabili quali batteriosi e virosi.
Questa è la ragione per cui, nonostante di per sé la formica non costituisca un problema, è necessario evitare che ci siano delle invasioni. Monitorare la loro presenza è il primo passo per evitare massicci attacchi di afidi.
Gli approcci possibili sono diversi: da trappole fisiche, a prodotti e piante aromatiche che le allontanino, fino a, nei casi più gravi, insetticidi.
Un primo approccio importante è evitare che ai piedi degli alberi ci sia un terreno troppo morbido, secco e ricco di materia organica: è proprio il luogo ideale per la costruzione di un formicaio.
Evitiamo poi di lasciare nei pressi del frutteto o ai piedi delle piante del legno vecchio in marcescenza: anche questo costituisce un rifugio e, per alcune specie, anche una fonte di cibo.
Ripulire regolarmente la base è anche importante: non lasciamo mai frutti a terra per lungo tempo.
Sono metodi abbastanza efficaci, ma vanno adottati con regolarità se sappiamo che il nostro frutteto è soggetto a questo tipo di attacchi. Bisogna quindi cominciare da inizio stagione evitando di arrivare ad avere nei pressi grandi comunità di formiche.
Un modo semplice per ridurre il problema è cercare fisicamente il formicaio e spostarlo (o eliminarlo). Spesso però l’individuazione non è semplice: si possono allora costruire ‘falsi formicai’. Bisogna procurarsi dei vasi di terracotta e porli nella zona con la base verso l’alto, al sole. Scaldandosi attireranno le formiche che potranno essere uccise o spostate agevolmente.
Ancora più risolutive sono le fasce appiccicose da attaccare agli alberi. Possiamo costruirle noi o acquistarne di pronte. Semplicemente si possono fare più giri alla metà del tronco con dello scotch carta e poi spalmare la superficie con colla per topi. Ricordiamoci di tanto in tanto di cambiarlo perché l’efficacia è ridotta dallo sporco e dagli agenti atmosferici.
Un altro approccio soft consiste nell’uso di repellenti vari. Si può agire in diverse maniere.
Innanzitutto si possono mettere ai piedi degli alberi erbacee fortemente aromatiche. Tra le più efficaci segnaliamo menta, tanaceto, vari tipi di geranium, nepeta, citronella.
In alternativa possiamo invece ricorrere a dei macerati. Le aromatiche e spezie considerate efficaci sono molte: innanzitutto l’aglio, ma anche il peperoncino, il pepe, la menta, la citronella, l’equiseto e l’ortica. Per massimizzare l’efficacia bisogna frullare o spezzettare molto finemente gli ingredienti e poi lasciarli in un recipiente all’ombra, coperto, per almeno una settimana, rigirando periodicamente. Alla fine di questo periodo dovremo filtrare il liquido e spruzzarlo sulle piante con regolarità. Di solito si ha una buona efficacia ripetendo le somministrazioni due volte alla settimana.
I macerati hanno una limitata conservabilità: è meglio rifare il procedimento da capo almeno una volta al mese, possibilmente variando i componenti (per evitare assuefazione da parte della colonia).
Nei casi di infestazioni gravi può rendersi indispensabile intervenire con prodotti più potenti.
Sul mercato si trovano preparati di diverso genere. I più efficaci sono senza dubbio quelli granulari a base per esempio di piretrine e piretroidi. Vanno sparsi sul terreno in maniera uniforme oppure creando delle esce in posti specifici. Facciamo attenzione però se abbiamo animali domestici: potrebbero ingerirli, con conseguenti gravi danni. In quel caso possiamo in alternativa optare per trappole appositamente studiate: le formiche vi entrano, prelevano i granuli e li portano direttamente nel formicaio. Altrimenti possiamo inserire i granuli sotto a dei vasi in terracotta pesanti.
In ultimo ci sono anche preparati abbastanza efficaci in gel: anche questi però devono essere utilizzati con prudenza ponendo le esche in posti riparati da animali, ma anche dagli agenti atmosferici.