Il cavolo laciniato nero di Toscana è un prodotto antico e rustico, tipico della regione in cui cresce. Non forma il classico cespo rotondo ma un fusto con foglie laciniate a pennacchio, come suggerisce lo stesso nome, particolarmente bollose e croccanti.
Il cavolo nero laciniato di Toscana ama un terreno morbido, soffice e profondo, umido e ricco di sostanze nutritive. Si consiglia di concimare con letame maturo e sali minerali come azoto e potassio.
L'ortaggio cresce bene con un clima freddo ma non troppo asciutto, ama l'esposizione soleggiata: è talmente robusto che le sue foglie resistono anche alle gelate notturne con 10° C sotto zero.
Dopo la semina tra giugno e luglio, le piantine si trapiantano a settembre: si consiglia di proteggerle dalle temperature torride finché non saranno abbastanza forti da essere messe a dimora in campo aperto.
Di solito il cavolo nero toscano si semina direttamente in campo aperto perché resiste molto bene alle temperature invernali, ma si può effettuare la piantumazione in semenzaio per ottimizzare e isolare le piantine con cui arricchire l'orto domestico o la coltivazione in vaso.
I semi vanno piantati in contenitori di polistirolo alveolato, nei mesi tra giugno e luglio, in serra o tunnel: una scelta che ha l'obiettivo di proteggere le infiorescenze dal caldo afoso e dai raggi torridi del sole nelle giornate più intense dell'estate. Si trapianta in campo aperto dopo un mese e mezzo dalla semina, mantenendo una distanza di 50 cm tra le piante e di 1 metro tra le file.
Il cavolo nero toscano non ha una coltivazione molto difficile perché è un prodotto ortofrutticolo piuttosto rustico, robusto e resistente. Non solo sopporta le gelate e le temperature sotto lo zero, ma il freddo favorisce lo sviluppo delle sue caratteristiche foglie croccanti e del suo aroma inconfondibile.
Come cure e trattamenti durante la coltura, è importante preparare il terreno dissodandolo e smuovendolo, arricchendolo con sali minerali e letame maturo, quasi in via di decomposizione.
È importante drenare il terreno per limitare i ristagni d'acqua ed evitare il marciume della pianta. Le quantità di acqua devono essere moderate e distribuite durante tutto il periodo della messa a coltura.
Per proteggere le piante dalle erbacce e dalle malerbe, si può utilizzare la tecnica della pacciamatura con uno strato di paglia o un tendone di juta.
Nonostante il suo aspetto forte e vigoroso, anche il cavolo nero laciniato di Toscana teme alcune virosi, come la peronospora, l'oidio (detto anche albugine o mal bianco), la cavolaia, l'ernia del cavolo e l'alternariosi.
Per prevenire queste patologie è importante arricchire il terriccio con zolfo, rame, potassio e altre sostanze nutritive, ma soprattutto gestire la coltivazione solo con strumenti puliti e disinfettati.
La pacciamatura, invece, è una strategia intelligente con cui si limitano le invasioni di lumache, afidi e ragnetti.
Il cavolo laciniato nero di Toscana presenta una forma differente dal tradizionale cavolo verza, senza la testa ma con foglie più lunghe e a pennacchio: si tratta di un ortaggio rustico e autoctono, utilizzato soprattutto nella preparazione della classica ribollita toscana.
Ha un gusto deciso, saporito e tendente all'amarognolo. La sua consistenza croccante si sposa a meraviglia con fagioli, ceci, fave, lenticchie, orzo, grano saraceno, farro, tutti ingredienti di minestre e zuppe rustiche regionali.
È ottimo stufato in aceto sopra a crostini e bruschette.
Dopo il raccolto si conserva in frigorifero per circa 15 giorni.