Il broccolo fiolare viene da Vicenza: da ortaggio umile e poco conosciuto, oggi è tra le verdure più sperimentate dagli chef stellati ed è apprezzato per il suo corredo benefico detox e anti-tumorale. Ha un gusto molto zuccherino, quasi agrodolce.
Questa particolare varietà di broccoli trova il suo habitat naturale ideale in un terreno sabbioso, limoso e calcareo, le tipiche terre bianche delle colline vicentine.
Qui gode di un micro-sistema particolare che gli permette di conservare l'acqua all'interno del fusto per proteggersi durante il freddo e aumentare le sostanze zuccherine della polpa: per questo è così dolce e saporito.
Il raccolto inizia da novembre e prosegue per tutto l'inverno; il broccolo vicentino gradisce il freddo ma anche l'esposizione al sole.
La semente del broccolo fiolare di Creazzo, questa è la località originaria veneta, viene sparsa in semenzaio alla fine di giugno, per ottenere delle piantine da trapianto.
Una volta che si sono sviluppate, questi germogli vengono trapiantati in campo aperto durante le temperature calde di agosto, a una distanza minima di 50 cm tra le piantine e di 70 cm tra le file parallele dell'orto.
Una volta che si sono impiantate, è bene irrigare il terriccio per 3-4 volte, sia il mattino sia la sera: questo è sufficiente per fare attecchire per bene le piantine. Trascorso un mese dal trapianto si effettua una sarchiatura, per controllare la presenza di erbacce, e una leggera concimazione.
Il broccolo fiolare di Creazzo si chiama così per la presenza di tanti filamenti, i figli per l'appunto, chiamati in dialetto veneto fioi.
Si semina in campo aperto a giugno e si trapiantano le piantine con il caldo di agosto: i broccoli sono pronti per novembre ma il raccolto si protrae per tutto l'inverno. Il risultato sono dei broccoli croccanti, fragranti e saporiti, molto dolci e zuccherini.
Vengono consumate anche le foglie e i filamenti: il fiore, o corimbo, non è tondo e sviluppato come le altre varietà di broccoli.
Grazie a un eco-sistema particolare e al terreno sabbioso e limoso delle colline vicentine, la pianta mantiene un sapore particolare, quasi agrodolce: questo è dovuto alle fibre che trattengono i liquidi durante il freddo invernale, aumentando la parte zuccherina del frutto.
Di un bel verde brillante, l'ortaggio si riconosce subito per la base da cui crescono tanti filamenti, una forma del tutto inedita e originale.
Le malattie tipiche del broccolo di Creazzo sono la peronospora, la cavolaia e altre virosi che si prevengono con l'utilizzo di strumenti e attrezzi disinfettati e sanificati.
Altre minacce per l'ortaggio sono larve, lumache, afidi e pidocchi, cimici, processionarie e lombrichi che possono danneggiare il fusto, i filamenti e la polpa.
Per evitare queste minacce è bene concimare il terriccio con compost organici e drenarlo con cura in modo da prevenire pozzanghere e ristagni che possono diventare dei ricettacoli per virus, germi e batteri.
Il broccolo fiolaro di Creazzo si gusta in agrodolce o crudo con un filo d'olio evo: ha un sapore molto dolce che si presta bene per tutte le ricette orientali, dato che il suo gusto si avvicina al cavolo cinese.
Si lavora la polpa che viene utilizzata per farce con cui condire torte salate, polpette della tradizione veneta, fettuccine, bruschette e tramezzini, straccetti di pollo, risotti e pesce azzurro: la sua crema agrodolce regala uno sprint importante al merluzzo e al baccalà tipico della zona.
Molto versatile in cucina, dopo il raccolto invernale si conserva in frigorifero per una decina di giorni.