Il carciofo romano è un particolare ortaggio che fa parte della famiglia delle composite: si tratta di un prodotto tipico italiano coltivato fin dai tempi antichi sul nostro territorio. La sua forma è tonda ed ha un colore verde tenue con una chiara tendenza al violetto.
Per poter coltivare al meglio il carciofo romano, è necessario avere a disposizione un terreno caratterizzato da un ph compreso tra 6 e 6,5 e il suolo deve essere preferibilmente drenante. Il terreno deve essere anche opportunamente preparato con una lavorazione in profondità con il metodo della vangatura. Per quanto concerne la concimazione, bisognerà utilizzare fertilizzanti di origine naturale come il letame maturo o il compost. Un aspetto essenziale è quello di mantenere una certa umidità soprattutto durante il periodo della raccolta.
I carciofi vanno coltivati preferibilmente in un contesto in cui il clima sia mite per la maggior parte dell'anno. Questo significa che i carciofi devono essere coltivati soprattutto in primavera evitando di dover fare i conti con le classiche e dannose gelate di inizio inverno. Il terreno per la piantumazione deve essere preparato fino ad una profondità di 40 - 50 cm anche per poter interrare il concime. Ci sono sostanzialmente tre tecniche per impiantare una carciofaia: la semina, la riproduzione da polloni e la messa a dimora degli ovuli. Per ottimizzare la piantumazione occorre seguire tempistiche specifiche.
La coltivazione dei carciofi può durare anche diversi anni in virtù delle caratteristiche di questo ortaggio. La durata deve essere valutata attentamente e soprattutto va interrotta prontamente nel caso in cui dovessero presentarsi alcune specifiche malattie: solitamente il periodo migliore in termini di durata oscilla intorno ai 4 anni al massimo 5. Mantenendo queste tempistiche si può non solo ottenere una coltivazione ideale, ma anche evitare la comparsa di parassiti e patologie. Nella coltivazione bisogna anche tenere in considerazione che il carciofo è una pianta che entra in una fase di dormienza quando le temperature sono eccessivamente alte oppure c'è una mancanza di acqua. Questo significa che il carciofo è un ortaggio invernale purché le temperature non siano eccessivamente basse. Ecco perché durante il periodo più freddo bisognerà prendersene cura con un'apposita copertura fatta di teloni di tessuto o con della pacciamatura.
Il carciofo come altri ortaggi può fare i conti con malattie di vario genere: il fusarium è una malattia fungina che è piuttosto comune. Per contrastarla bisogna effettuare un trattamento a base di rame con l'accortezza di utilizzarlo con estrema attenzione in quanto tossico. La peronospora è una malattia che invece può essere eliminata con una potatura delle parti malate: sono facilmente individuabili in virtù del loro colorito giallastro nella zona esterna ed una parte interna più scura. Ce ne sono tante altre come il marciume del colletto.
Il sapore del carciofo romano è piuttosto dolce e permette una sensazione intensa. In cucina viene utilizzato per preparare gustosi antipasti oppure secondi in abbinamento con altri ingredienti. In particolare, a prescindere dalla specifica ricetta, è sempre opportuno mettere il carciofo a bagno in acqua e succo di limone per evitare che possa annerirsi. Una volta acquistato il carciofo romano, può essere conservato in frigo al massimo per 2-3 giorni oppure essere congelato per poi consumarlo entro i 6 mesi.